Un fine settimana in bici gravel

28 Dicembre 2021

Un fine settimana in bici gravel

Viaggi economici

Idee e spunti per organizzare un fine settimana in bici gravel vicino casa a chi si affaccia adesso al mondo del cicloturismo o della bicicletta. Per primo la scelta del tipo di bicicletta, nel mio caso, ho scelto una bici gravel artigianale ( https://agar-bike.com/portfolio-item/gravel-saba/ ), perché avere una bicicletta cucita addosso, permette di stare in sella per tanti chilometri e di studiare insieme all’artigiano, la soluzione migliore per una geometria comoda, la soluzione migliore per gli attacchi per le borse da bikepacking e relativi portapacchi, numero di borracce per l’acqua. In più la scelta del materiale con cui è stato fatto il mio telaio, è l’acciaio al cromo, sullo sterrato si sente tanto la differenza da un telaio in alluminio. Le ruote non ultimo problema vanno scelte robuste, 32raggi e con diametro da 2mm, pesano di più ma si rompono di meno. E poi parlare di peso quando facciamo cicloturismo ha poco senso, visto che poi si parla di qualche grammo in più non di chili.

Successivamente serve anzitutto una meta, un luogo da raggiungere o una zona da visitare. Per un viaggio fine settimanale è bene che la meta sia abbastanza vicina, altrimenti rischiamo di fare una corsa contro il tempo invece di una gita rilassante. Diamoci un obiettivo realizzabile, alla portata di tutti i partecipanti, tarato sulle capacità del meno allenato del gruppo.

La bici come mezzo per viaggiare allarga gli orizzonti di un viaggio e poi visti i tempi permette di fare vacanze economiche. Si può progettare un fine settimana per visitare una città d’arte, che in macchina avremo raggiunto in poche ore ma raggiungendola in bici permetterà di visitare anche il territorio attraversato, guardandolo con occhi nuovi e da angolazioni diverse. Organizzare una visita enogastronomica toccando luoghi dove fare fare assaggi e degustazioni. Raggiungere una sagra con la bici, equipaggiata con borse da bikepacking, dormendo in zona e tornare il giorno dopo utilizzando il treno. In bici lungo il mare, spostandosi lungo costa assaporando l’aria e i paesaggi. Un lago o un un fiume possono diventare la meta del nostro weekend. L’Italia è così varia e ricca di bellezze paesaggistiche, culinarie, storiche, culturali che ogni spunto può trasformarsi in un viaggio da fare in bici.

Dopodichè valutiamo se partire direttamente in bicicletta da casa oppure fare un tratto di strada caricando la bici sul treno o in auto. Se siamo in una grande città può essere salutare evitare il primo tratto più trafficato. Allontanarci un po’ dai luoghi a noi più vicino e familiari, che abbiamo già percorso e visto innumerevoli volte, può rendere il viaggio più stimolante. Meglio forse sarebbe caricare la bici su un treno se siamo vicini a qualche comoda stazione, oppure fare un breve tratto con la macchina fino alla stazione più vicina e poi lasciarci portare fino al luogo di partenza. Per trasportare facilmente la bici in treno sono forse consigliabili i treni regionali che consentono il trasporto della bici intera, senza doverla smontare. L’alternativa, consentita sulle altre tipologie di treno (https://www.trenitalia.com/it/offerte_e_servizi/in_treno_con_la_bici.html), è trasformarla in un bagaglio a mano, più o meno trasportabile, di dimensioni opportune (formato richiesto dalle Ferrovie italiane: 80x110x45). Nel caso si opti di viaggiare con bici smontata, da considerare anche il trasporto dei bagagli che porteremo in bici e la movimentazione di tutto il carico nel suo insieme. Nelle ore di punta nelle stazioni più affollate, e in certi periodo dell’anno, il trasporto di tutto “l’ambaradamme” può diventare un incubo, nel fine settimana normalmente abbiamo poco traffico nei treni.

Naturalmente l’utilizzo del treno Regionale avrà impatti sulla lunghezza del viaggio e sugli orari. Un regionale Firenze-Bologna può metterci dalle 2 alle 3 ore e 45 min per coprire la tratta. Conviene dare un’occhiata alla linea ferroviaria, verificando se ci sono stazioni intermedie o altre tratte ferroviarie che potrebbero essere utili al ritorno in caso di maltempo, guasto meccanico, eventuale accorciamento o allungamento del percorso iniziale, o della serie sono stanco e non ce la faccio a tornare….

Se l’obiettivo del viaggio è principalmente ludico e godereccio, o solo una scusa per stare in compagnia, vale la pena di cercare e informarsi su eventuali “highlights” da visitare lungo il percorso che possono essere una valida scusa per una sosta. Abituati a viaggiare di corsa dentro automobili che sfrecciano veloci, fermandosi soltanto alla meta la bicicletta diventa il mezzo per esplorare anche il territorio che ci separa dalla meta.  Con la bici possiamo fermarci quando vogliamo, praticamente ovunque per fare una foto insolita, godere un panorama diverso, fare due chiacchiere con l’amico pedalando fianco a fianco (quando possibile). E’ questo il vero piacere del viaggiare con la bici. Essere curiosi facendo una sosta in più per visitare un posto nuovo, piuttosto che sfrecciare via e rimane il rimpianto di non essersi fermati. Quando programmiamo il nostro viaggio in bici teniamo a mente questo aspetto. Non stiamo facendo la gara con gli amici dove l’obiettivo è arrivare più lontano o per primo. Lasciamo a casa il corridore e diamo sfogo all’esploratore. Una sosta alla bottega tipica a farsi un panino, accompagnato da un buon bicchiere di vino è un piccolo piacere che gusteremo di più……

Adesso che sappiamo dove andare e più o meno come andarci, dobbiamo capire cosa vogliamo portarci dietro. Viaggio leggero e mi porto solo la carta di credito, da strisciare ovunque mi fermo (“Credit Card Tour”), oppure viaggio portandomi dietro metà casa: materiale da bivacco, tenda, fornellino, pentolino, ricambio per la sera, pantofole.…? Niente vieta di avere approcci intermedi, ad esempio portandosi dietro solo materiale per il bivacco, confidando di mangiare in qualche locale e cercando da dormire nelle vicinanze allo stato brado, o in campeggio. In alcuni campeggi affittano anche bungalow o roulotte per la notte. Naturalmente molto dipende dalla meta e dalle strutture ricettive che offre il territorio nella stagione scelta. In Sardegna sulla costa occidentale qualche anno fa, a inizio primavera mi è capitato di aver avuto difficoltà, a trovare una sistemazione dove mangiare e dormire nello stesso posto. Non avendo con noi né materiale da bivacco né fornello ci siamo dovuto sciroppare altri 20km in parte in salita e all’imbrunire, per trovare il posto adatto. Non sempre è piacevole…Adesso con il COVID, in alcuni casi le cose potrebbero essere anche un po’ più difficili. Quest’estate in Spagna lungo il cammino di Santiago molti ostelli non fornivano alloggio per dormire, dovendo ricorrere a B&B e Hotel. E’ comunque buona norma se già non abbiamo prenotato in precedenza, verso metà giro, quando più o meno abbiamo capito dove potremo arrivare,  iniziare a pensare dove alloggiare facendo qualche telefonata. In questo caso Googlemap è diventato fondamentale. In Francia quest’estate alcuni campeggi lungo il nostro percorso erano chiusi e soltanto telefonando preventivamente lo abbiamo scoperto modificando l’itenerario per tempo.

Se invece opto di essere autosufficiente basterà trovare un posto adatto alla bisogna anche soltanto  percorrendo qualche stradina secondaria o una sterrata. E’ buona norma chiedere il permesso al proprietario del terreno se è possibile ed evidente.

In generale l’aspetto più problematico per chi decide di bivaccare all’aperto, facendo campeggio libero è l’acqua necessaria anche per una veloce rinfrescata a fine tappa (dopo una giornata di sterrato sotto il sole può essere gradevole). Fermarsi in prossimità di un ruscello, una fonte o una sorgente è sicuramente vantaggioso. Normalmente quando decido di fare campeggio libero mi porto sempre una sacca da 5 litri per trasportare acqua, di quelle che occupano pochissimo spazio quando sono vuote. Quando arrivo in prossimità della zona dove voglio campeggiare se possibile faccio un po’ di spesa e riempio la sacca d’acqua facendo solo gli ultimi km con la sacca piena e il carico di cibo. Da nuova la plastica della sacca potrebbe dare un cattivo sapore all’acqua, io ho rimediato lasciandola riposare una giornata con acqua calda e un po’ di limone. Può essere comodo anche un piccolo asciugamano sintetico di quelli che occupano poco spazio e si asciugano velocemente. Se siamo disposti a qualche rinuncia anche delle salviette umidificate possono sostituire la doccia. Per evitare di sporcare troppo l’interno del sacco a pelo può essere utile un sacco lenzuolo leggero da mettere dentro, fra noi e il sacco a pelo.

Naturalmente il bagaglio che mi porto dietro dipende anche da quanto sono allenato e da quanto bagaglio posso caricare sulla mia bici. In generale conviene viaggiare più leggeri possibile per goderci appieno la pedalata, specialmente se facciamo viaggi di pochi giorni, dove vogliamo essere veloci perché abbiamo poco tempo e il budget può non essere un problema. Devo dire che fare campeggio libero o anche dormire in tenda in un bel posto aggiunge ulteriore fascino al viaggio. Fa assaporare ancora di più il gusto della nostra piccola avventura.

L’altimetria del percorso è l’aspetto più importante da considerare durante la pianificazione del percorso. Pedalare in pianura è possibile farlo anche se molto carichi, in salita è molto più difficile specialmente se poi la strada è dissestata o si devono affrontare tratti sterrati. In pianura anche una persona poco allenata può fare un discreto tragitto, ma se il percorso inizia a salire e scendere (i famoso mangia e bevi), accumulando dislivello, beh allora ripensiamo al percorso e cerchiamo le alternative con meno dislivello. Valutiamo bene le nostre condizioni e quelle di chi viaggia con noi.

Purtroppo quando si scelgono strade più pianeggianti si rischia di finire su strade più trafficate e questo è un aspetto da non sottovalutare per godersi la girata in bici. Pedalare continuamente accanto a macchine che ci sfrecciano accanto dove il loro frastuono obbliga ad urlare per farsi sentire dal compagno rischiando continuamente di trovarsi sul parabrezza della macchina che ci stà superando non è proprio il massimo. Solitamente le strade alternative meno trafficate sono anche quelle con più dislivello. Purtroppo in Italia piste ciclabili per sole bici ce ne sono poche. All’estero, in alcuni paesi specialmente nel nord Europa è molto diverso. Ci sono ciclabili lunghe centinaia di km su percorsi interamente dedicati alle sole biciclette. In Italia per fare percorsi su strade con poco traffico si devono abbinare tratti di strade bianche a strade forestali, sentieri o strade secondarie poco conosciute sperando di inframezzarla con qualche ciclabile. Il che però potrebbe allungare il nostro giro e renderlo molto più faticoso. Per questo una buona pianificazione del percorso a tavolino è molto utile. Su internet ci sono molte applicazioni che si possono scaricare sul telefono e ci possono aiutare nella pianificazione dell’itinerario o a seguire una traccia preparata precedentemente (Komoot app, Naviki app, Garmin,…https://www.viagginbici.com/bici-da-corsa/le-5-migliori-app-per-cicloviaggio/).

Per esperienza una buona pianificazione di un percorso di diverse decine di chilometri, si fa a casa su uno schermo grande o anche sulla vecchia cara mappa cartacea. Sul telefono, o su un navigatore GPS, a causa della limitata dimensione dello schermo, è più difficile capire se il percorso suggerito dall’applicazione è il migliore per le nostre aspettative e capacità. Il cellulare è molto utile per capire esattamente a che punto siamo del tragitto, per seguire una traccia già fatta o vedere se nelle vicinanze può esserci qualche strada alternativa o ristoro.

Se possibile evitare di viaggiare di notte su strade trafficate e comunque sempre portarsi dietro delle luci. Anche se si parte con l’idea di non viaggiare la notte potrebbe capitare di trovarsi a pedalare di buio. Generalmente mi porto dietro sempre una luce da mettere dietro e una frontale, di quelle che si indossano tramite un elastico sulla testa, utili anche durante il campeggio e che con un semplice adattatore possono essere anche montate direttamente sulla bici.

Spero di aver fornito qualche spunto interessante a chi si appresta o vuole iniziare a farsi qualche breve vacanza in bicicletta. Quest’ultimo anno la quantità di biciclette vendute e la voglia di stare all’aperto è esplosa. Molta gente anche in Italia si affaccia a questo tipo di esperienza. All’estero, specialmente in Francia e Germania è abbastanza comune incontrare famiglie intere con bambini anche piccoli che si spostano lungo le ciclabili, trainando carrettini con dentro il bimbo o anche il cane, tante biciclette elettriche ed anche tandem attrezzati per fare cicloturismo. Devo dire che è un piacere vedere questo tipo di turismo anche sulle nostre strade. Quando incontriamo dei cicloturisti per strada, specialmente se stranieri salutiamoli, gli farà sicuramente piacere e se siamo in macchina sorpassiamoli ad una distanza e ad una velocità adeguata, su quella bicicletta potrebbe esserci un nostro amico o una persona cara che ha iniziato a scoprire la bellezza del viaggiare in bici.

 

Taverniti M.

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